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letteratura mondo
postcolonialismo
transmedialità
ISSN 2281-1966

Antonio Scurati

By Redazione

Sembrano passati secoli da quando neoavanguardisti e sperimentatori polemizzavano contro La storia di Elsa Morante. Nel frattempo varie tendenze artistiche si sono accavallate nel tentativo di archiviarsi l’un l’altra, con gran dispendio di prefissi su cui si ironizza anche nel titolo di questa rivista: Trans-, Post-, Cross-, Iper-… In questo contesto, sia in Italia che all’estero, riprende vigore il romanzo storico (o neostorico, secondo alcuni), con esiti commercialmente molto vistosi, dopo che il Novecento l’aveva collocato in una zona abbastanza marginale. E una volta tanto, produzione narrativa e riflessione critica sembrano muoversi di concerto, come dimostrano tanto gli scaffali delle librerie quanto le bibliografie accademiche. La prima domanda è quindi banale ma inevitabile: perché si scrive tanto di storia? Perché la storia fa problema, proprio in un’epoca spesso descritta in termini di “eterno presente” e in cui la coscienza storica, nel migliore dei casi, viene confusa con l’ossessione della memoria? C’è un nesso tra questo interesse e l’anelito a una nuova funzione politico-sociale della letteratura, dopo la (presunta) “fine del postmoderno”?

 

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