Quer pasticciaccio brutto della Grande Guerra: il Giornale di guerra di Carlo Emilio Gadda
By Matteo Saccone
Una tragedia tutta particolare - perché tutta privata -, anche se originata dal difficile confronto del soggetto con la Storia, è quella che vive Carlo Emilio Gadda nel corso della Prima Guerra Mondiale. E nel suo caso la tragedia consiste tanto nell’eroismo del quale si è stati privati, quanto nel gioco capriccioso delle “occasioni” che segnano il destino di ciascuno, oltre che nella brutale consequenzialità con la quale la Grande Guerra sfatò i sogni degli individui e della collettività. Le pulsioni patriottiche del giovane interventista - quel giovane che da bambino aveva sognato per sé il destino marziale del “Duca di Sant’Aquila”, che da adolescente aveva consumato le notti sui Commentarii di guerra cesariani, e che inopinatamente si vedeva ora offerta su un piatto d’argento l’opportunità per realizzare quei deliri d’onnipotenza - lo avevano persino spinto, studente del Politecnico di Milano, ad inviare una lettera al Popolo d’Italia mussoliniano, mentre nelle piazze già sfavillava il “maggio radioso”. Ma l’esperienza bellica del tenente Gadda associa in un solo lancinante nodo traumatico la sconfitta personale delle proprie coazioni superegoiche con la cattura di Caporetto, il lutto per la scomparsa del fratello Enrico ed il disgusto nei confronti dell’ammorbante “pasticcio” della realtà circostante, che il futuro Ingegnere risentitamente aborre e depreca. Nel pieno della vicenda e con gli occhi colmi del disastro della guerra, delle sue incongruenze e delle sue conseguenze immediate, la valvola di sfogo dell’invettiva scritta appare come una compensazione dell’ira contenuta all’esterno sotto le forme della deferenza militare e della correttezza sociale. Per Gadda la scrittura funge quindi da sostegno morale consolatorio, affidando al diario, come a un alter ego, ciò che “è degno di ricordo anche davanti a me solo”. Nel giornale bellico tuttavia si seminano premesse e idiosincrasie che avrebbero poi condizionato le scelte tematiche e modalità espressive future del gran lombardo; per cui, malgrado la pretesa “impossibilità” di redigere un diario di guerra - sostenuta nel Castello di Udine -, il Giornale di guerra e di prigionia gaddiano si mostra come l’emblematica riprova che la scrittura - letteraria o scientifica - vale pur sempre come una forma terapeutica di blandimento della coscienza, per quanto spalancata sul baratro della guerra.
-
La parola agli scrittori: Cinque domande su letteratura e storia
-
Redazione, Adelchi Battista
-
Redazione, Antonio Scurati
-
Redazione, Helena Janeczec
-
Redazione, Wu Ming
-
-
Saggi
-
Emanuela Piga, Dalla storia alla letteratura: Il ritorno del sommerso nel campo di battaglia del testo letterario
-
Guido Furci e Marion Duvernois, Émergences du «nous» dans l’écriture de Driss Chraïbi: Le cas des «Boucs»
-
Giancarlo Alfano, Il morto stringe il vivo. Ovvero l’albero di famiglia nell’opera di Gipi
-
Carla Maria Cogotti, La gestione della memoria nei racconti di Juan Eduardo Zúñiga: una lettura de «La dignidad, los papeles, el olvido»
-
Giovanni De Leva, La guerra sulla carta: Pirandello allo scoppio del primo conflitto mondiale
-
Francesco Diaco, La storia in Franco Fortini: L’io e i destini generali
-
Sabrina Martina, Lutto e melanconia nella corrispondenza proustiana degli anni di Guerra (1914-1918)
-
Luigi Contadini, L’eredità della Transizione: corpi e fantasmi nella Spagna contemporanea
-
Monica Turci, Melancholic History: Memory, Loss and Visualization in the Works of Shimon Attie
-
Claudia Cao, Nei labirinti della storia: «Il fuoco greco» e «Le maschere» di Luigi Malerba
-
Matteo Saccone, Quer pasticciaccio brutto della Grande Guerra: il Giornale di guerra di Carlo Emilio Gadda
-
Saverio Vita, Testimoniare senza esperire? Le problematiche fonti di «Il cielo è rosso»
-
Paolo LaValle, Un cammino mozambicano nella storia portoghese: Mia Couto, «Vinte e Zinco»
-
Elisa Attanasio, «Le destin avait le figure d’un alphabet»: Georges Perec e la Storia
-
Federica Ivaldi, «Storia di un impiegato» o di un impiegato perso nella Storia
-
-
Interfacce
-
Silvia Albertazzi e Julian Barnes, An Interview with Julian Barnes
-
Remo Ceserani e Vittorio Gallese, Intervista a Vittorio Gallese
-
-
Interventi
-
Saggi
-
Roberta Gefter Wondrich, A limb of liberty: loss, disability and fictions of authenticity in J.M.Coetzee’s Slow Man
-
-
Saggi
-
Marlene Duprey, Biopolitics, Colonialism and the Women’s Rights Question in Puerto Rico
-
Ana Gabriela Macedo, Gender and Cultural Criticism: Feminism and Gender Studies as an Arachnology and an Indiscipline
-
Eleonora Federici, Gender and Translation: A European Map
-
-
Introduzione
-
Vita Fortunati, Introduzione
-
-
Interventi
-
Valentina Castagna, "Performance" after Judith Butler: The Case of Recent Criticism on Margery Kempe
-
Carlotta Farese, Alla ricerca di Austenland. Riflessioni sul ruolo di Jane Austen nella cultura popolare contemporanea
-
Federica Zullo, Decolonizzazione, studi di genere e letteratura postcoloniale: alcune prospettive di ricerca
-
Gilberta Golinelli, Metodologie degli studi di genere: alcuni esempi nella letteratura inglese della prima età moderna tra letteratura di viaggio, teatro e utopia
-
Serena Baiesi, “Poetry of Taste and Refinements”: Annuals e scrittura femminle nell’Inghilterra pre-vittoriana
-
-
Interfacce
-
Vita Fortunati e Jasmina Lukić, The Legacies of Communism Call for New Readings and an Intersectional Approach: An Interview with Jasmina Lukić
-
-
Interventi
-
Eleonora Federici e Vita Fortunati, Convergenze e sinergie tra traduzione e studi comparati: una rassegna critica
-
Mauro Pala, Eterotopie letterarie: comparatistica e letteratura mondiale da Wellek ai giorni nostri
-
Lorenzo Mari, Il mondo non è un luogo comune: immagine e statuto del ‘mondo’ in Hand Me Down World (2010) di Lloyd Jones
-
Mila Milani, L’editoria italiana e le antologie di poesia straniera contemporanea alle soglie della globalizzazione (1960-1980): sfide metodologiche per lo studio della traduzione
-
Arianna Dagnino, Transcultural Writers, World Literature and Multicultural Australia in the Global Age
-
Giuliana Benvenuti, Who Needs ‘Italianness’?: Postcolonial and Migration Italian Literature
-
Pier Paolo Frassinelli, World Literature and the Globalectical Imagination
-
-
Attualità
-
Franca Zanelli, Dopo il primato. La letteratura francese dal 1968 a oggi
-
Giorgia Tolfo, I figli della mezzanotte hanno trent'anni
-
Francesco Cattani, Love, Sex, Desire and the Postcolonial
-
Maurizio Ascari, Mads Rosendahl Thomsen, Mapping World Literature: International Canonization and Transnational Literatures
-
Federica Zullo, Scritture dell'eccentrico nella letteratura postcoloniale
-
-
Interfacce
-
Federico Bertoni e Remo Ceserani, Intervista a Remo Ceserani
-
-
Interventi
-
Fabio Libasci, Immagini reali e corpi fantasma in Hervé Guibert e Roland Barthes: Desiderio e realtà in fotografia
-
Lucia Quaquarelli, Letteratura mondo e/o francofonia
-
Maria Betânia Amoroso, Murilo Mendes lido pelos italianos
-
-
Saggi
-
Attualità
-
Ilaria Rossini, Afroeurope@s: Culturas e Identidades
-
Stefano Colangelo, Stefano Colangelo presenta Culture allo specchio
-
-
Interfacce
-
Maurizio Ascari e Vittorio Giardino, Intervista a Vittorio Giardino
-
-
Interventi
-
Timothy Brennan, Critique - Or, Starting Cultural Studies
-
Alberto Sebastiani, Le lezioni americane e la retorica del web
-
Jan Baetens, Photography and the Book: A Note on Ralph Gibson’s Ex Libris
-
-
Saggi
-
Franco Manai e Bruna Emanuela Manai, Le lingue di Moabit: confutazione della torre di Babele
-
Naoki Sakai, The Grammatology of Heterolingual Address
-